Juventus : carenza normativa, negligenza, ignoranza, eccesso di zelo o…?

Tra le passioni dell’uomo quella sportiva (meglio nota come “tifo”) è, senza dubbio, la più ottenebrante, quella che cancella dalla mente della persona una pur qualsiasi traccia di obiettività e ragionevolezza. Ne sono colpiti tutti i tifosi, non si salva nessuno indipendentemente dal ceto, cultura e professione.
Per questo motivo gli Organi di Governo del Calcio dovrebbero imporre ai propri Organismi di Controllo alcune norme procedurali imprescindibili onde eliminare il rischio di faziosità e dare obiettività e chiarezza alle loro decisioni.
La prima: per materie e argomenti non specificatamente trattati negli Ordinamenti Federali valgono le Norme/Leggi generali dello Stato che regolano la materia..
Seconda: i Giudizi devono essere formulati esclusivamente sulla base di soli fatti reali e documentati.
Certo nulla di nuovo, sono principi già noti e di solito usati ma -purtroppo- qualche volta dimenticati, bisogna perciò che nell’Ordinamento sportivo siano obbligatori al punto che gli Organi di garanzia del Sistema Calcio devono rigettare senza dibattimento i Giudizi che non si attengono in modo chiaro ed inequivocabile a questi principi.

Le Norme Federali non trattano le plusvalenze? Bene si esamina il problema facendo riferimento alle Leggi, al Diritto Amministrativo
Fuori dal Diritto si ha solo illegittimità.
Se non c’è Dottrina non si può fare Giurisprudenza.
Infine dovrebbe essere convinzione di tutti che non si ha più bisogno di quelli che vogliono fare “Giurisprudenza” a tutti i costi. Per lasciare traccia? Per visibilità. Bah!

La Norma
Il Diritto Amministrativo prevede per le Società la possibilità di rivalutare i cespiti ed al ricavo netto che si ha dalle rivalutazioni viene dato il nome di plusvalenza. Questa, tra i vari scopi, ha anche quello strumentale di riequilibrare nel Bilancio la differenza tra Attivo e Passivo.
A conferma si ha che alle plusvalenze viene applicata una aliquota fiscale ridotta decisa di volta in volta dal Parlamento fino addirittura ad esentarle completamente da tassazione, così come è spesso avvenuto, per quei settori merceologici in crisi.
Le Norme e Procedure su citate certificano e codificano la “funzione di volano ed ammortizzatore” delle plusvalenze sui saldi di Bilancio di una Società.
E’ dunque acclarata, fuori da qualsiasi dubbio e discussione, la legalità e legittimità delle plusvalenze sia nella sostanza che nella funzione.
La Juventus non ha quindi commesso alcun reato. La Juventus non può essere colpevolizzata e condannata per la semplice ragione che il “fatto non sussiste”.
Sul quantum delle plusvalenze la Corte Federale d’Appello non ha titolo nè competenze per intervenire. Sulla congruità tante e tali sono le variabili specifiche che concorrono alla sua determinazione che è impossibile entrare nel merito e/o determinare un metodo.

Solo fatti
Al di là della legittimità è inoltre sicuramente inattendibile un Giudizio basato sul ricorso ad intercettazioni generiche e opinioni altrui.
I procedimenti devono basarsi solo su fatti certi e dimostrati, non si devono nè si possono formulare teoremi accusatori e ancor meno emettere Sentenze frutto di una costruzione teorica basata su “opinioni” o intercettazioni telefoniche.
L’anomalia ed inattendibilità è evidente in quanto questo tipo di giudizio/sentenza poggia sempre da una parte su opinioni che, quant’anche autorevoli, sono solo opinioni soggettive, dall’altra sul dare un senso univoco ed oggettivo ad un termine intercettato che invece assume significati diversi a seconda del contesto e a secondo del tono con il quale viene pronunciato.
Ad esempio prendere la decanta “merda”, detta da Andrea Agnelli in una intercettazione, per sostanziare la teoria accusatoria di illecito significa identificare in modo univoco che essa vuol dire “imbroglio/malaffare”.
Non è così, il termine ha tanti altri significati e tutti molto più pertinenti all’oggetto della discussione. Si dice: non fare la merda = non fare lo stronzo; oppure, porti merda = porti sfortuna. Ed in questi anni di stronzate e di sfortuna ne ha ben donde di lamentarsi Agnelli. Tutte le stronzate fatte nelle strategie di mercato, tutti gli infortuni patiti negli ultimi anni, la pandemia che ha destabilizzato i conti della Juventus in modo più pesante di altre società. Ed il Collegio giudicante non ha la capacità di pensare a 360°? No, sembra (o è?) che persegua solo l’obiettivo di costruire un impianto accusatorio.
La Juventus non ha commesso alcun reato. Le illazioni e forzature prese a supporto dell’impianto accusatorio, illegittimo proprio per la mancanza di reato, sono aleatorie, strumentali e non pertinenti.

Ma l’assurdo più assoluto è che lor Signori voglio rivestire un tecnicismo contabile amministrativo, per altro legale e legittimo, con la “LEALTA’ Sportiva”.
Perchè allora non procedere a penalizzare per slealtà sportiva le Società che non pagano gli stipendi e che quindi hanno giocatori che scendono in campo demotivati e non si impegnano falsando di fatto il risultato sportivo.
E ancora, perchè non procedere a penalizzare per slealtà sportiva le Società che non versano allo Stato ritenute fiscali e previdenziali, visto che magari con quei (tanti) soldi hanno comprato giocatori il cui impiego falsa di fatto il risultato sportivo. E così via……, è assurdo.
Distinguiamo i problemi amministrativi regolati da norme non Federali dai problemi di gestione dell’attività sportiva. A ciascuno di essi procedimenti da parte di Organismi competenti e, nel caso, penalità nelle sfere di competenza.
Gli Amministratori della Juventus hanno semplicemente amministrato la Società con gli strumenti e le procedure consentite dalla Legge in ottemperanza delle Norme che regolano la sua Natura Giuridica.

Gli Organi di Governo del Calcio, anzichè pensare a forzature del genere, DEVONO pensare piuttosto come far valere veramente LA LEALTA’ SPORTIVA sul terreno di gioco.
Attivarsi e studiare come eliminare, sulla parte propriamente sportiva, tutte quelle anomalie che,queste sì, falsano i risultati. Cosa viene fatto? Nulla e si continua a vedere:
– sceneggiate nei falli di gioco per lamentare danni non subiti al solo scopo di far ammonire e/o espellere un giocatore avversario o procurarsi un rigore;
– discutere continuamente con l’arbitro per negare falli chiaramente fatti e documentati,
– chiedere continuamente il cartellino giallo.
Una rappresentazione poco edificante del nostro Calcio.
E che dire poi di fatti ed errori, arbitrali e non, che variano il risultato di una partita.
Accettare che si falsino dei risultati non è forse di mancanza di Lealtà?
In merito ad errori fatti da arbitri o da VAR, documentati, riconosciuti, si dà al massimo un paio di turni di riposo agli autori ma alle Società danneggiate chi restituisce i punti mal tolti? Se questi punti determinano un mancato scudetto o una retrocessione, ma comunque in ogni caso modificano la classifica, sembra sia salvo il principio di LEALTA’ SPORTIVA?
Questi errori proiettano comunque il loro effetto e si licenziano dicendo semplicemente “sono solo errori che fanno parte del gioco”. Ma se questo è il principio perchè limitarlo solo a questo aspetto del mondo Calcio? Non è forse fare due pesi e due misure?
Perchè la FIGC non promuove, insieme alle Società Sportive, lo studio di un Codice comportamentale da tenersi in campo finalizzato ad eliminare “errori” e storture?
Codice la cui gestione, per la parte comportamentale sul campo, è demandata alle Società stesse che in autocontrollo provvedono ad educare prima e poi a richiamare, multare e financo a non far giocare i recidivi degli atti su citati. Mentre per le anomalie sui risultati delle partite trovare quei correttivi che vanificano il danno.
Codice comportamentale vincolante. Agli Organi di Controllo della FIGC il compito di vigilare sull’operato delle Società ed eventualmente punire o togliere punti a quelle che non provvedono a farlo rispettare.

Cosa dire infine del pronunciamento salomonico del Collegio di Garanzia del CONI!
Non c’è da meravigliarsi. Come poteva il CONI che dal Calcio riceve tanti soldi annullare in toto la sentenza della Corte di Appello della FIGC?
E allora? annulla la penalizzazione per mancanza di motivazioini ma al tempo stesso ritiene valido l’impianto accusatorio verso i Dirigenti SENZA DARNE LE MOTIVAZIONI!!!!!!!!!

Per il filone degli stipendi il discorso è pressoche identico. Nessun reato è stato commesso.
Per poste di bilancio non certe, in contenzioso o che trovano attuazione nell’esercizio successivo è possibile sia registrarle per competenza nell’esercizio in corso sia registrarle per cassa quanto si concretizzano (se si concretizzano). In tutti e due i casi la registrazione è legittima ed i saldi finali del bilancio, alla conclusione dell’operazione, non cambiano.

Un ultimo inciso provocatorio: la FIGC non ritiene violare essa stessa il principio di Lealtà sportiva quando con procedimenti e sentenze del genere (giustificate, dalla necessità di decisioni tempestive -ma guarda caso ad una sola delle Società interessate al problema- mettono una Società in grave difficoltà impedendole di scendere in campo con la necessaria tranquillità falsando di fatto risultati e Campionato?
Non è forse questa SLEALTA’ SPORTIVA?

In questo processo sono tante e tali le anomalie, gli errori, le incongruenze …. che è facile prevedere che porterà i piccoli Azionisti della Società Juventus ad intraprendere una class action contro la
FIGC per reclamare danni patrimoniali ed economici.

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