In una campagna elettorale, prima ancora di indicare le misure economico fiscali che si intendono adottare per ridare slancio al Paese e di proporre cambiamenti e riforme nell’organizzazione dello Stato è indispensabile preoccuparsi di ridare forza e sostanza a dei principi fondanti quali Diritto, Legalità e Merito. Tre principi inalienabili, indissolubilmente connessi ed interdipendenti, senza di essi qualsiasi azione e programmazione politica è vuota, irrealizzabile, inefficace.

È superfluo ricordare che, in un Paese Libero e Democratico, il Diritto è imprescindibilmente associato e dipendente dalla Legalità così come in assenza di Diritto e Legalità non può trovare applicazione il criterio del Merito. Ne consegue che il postulato “la Legge è uguale per tutti” è e deve essere trave portante di tutto il sistema Paese, la sua piena ed incondizionata applicazione è indiscutibile, non può essere affermazione astratta o relegata alle sole aule giudiziarie ma assioma e dogma su cui poggiare tutto l’ordinamento dello Stato. Deve permeare tutte le disposizioni, procedure e meccanismi applicativi che regolano la vita sociale di tutti e a tutti i livelli, a cominciare dalle alte Cariche dello Stato e ai Rappresentanti del Popolo nelle varie Istituzioni ecc.

E’ dunque assolutamente necessario, perché la Legge sia effettivamente uguale per tutti, che vengano eliminate tutte quelle deroghe, cavilli e codicilli che, nel corso degli anni, hanno creato e determinato il formarsi di Caste, Baronie ecc., a cominciare dallo stesso Parlamento dove, dispiace constatare, ha sede il punto di origine di tutte le disparità.

E’ strano che non se ne parli a sufficienza ne tanto meno, quando è il momento di fare proposte concrete, si pensa al come porvi rimedio. Al che è spontanea la domanda: chi è responsabile di questo stallo: i Parlamentari o il Popolo?

Ai secondi sta forse bene che i primi abbiano privilegi per avere scusanti, se non addirittura pretese, di eludere le regole? oppure i primi permettono ai secondi di fare -più o meno- quello che vogliono pur di garantirsi il silenzio sui loro privilegi? Bisogna forse dar credito al detto “ogni popolo ha i governanti che si merita”?

Per ricreare un circolo virtuoso bisogna, dunque, spezzare questa spirale asfissiante e perversa.

L’attività di Parlamentare è oggi un mero “lavoro”, non è più – se mai lo è stato – una mission; non sono gli ideali a spingere i Candidati, tranne forse alcune eccezioni; sembra in sostanza che il fine che essi perseguono non è la ricerca del bene comune ma principalmente la visibilità volta a procacciare consenso.

Trattandosi di prestazione di lavoro è normale che debbano valere ed essere applicate tutte le norme generali degli Istituti che regolano i rapporti di Lavoro.

Età pensionabile: al di là del limite di mandati previsto dai singoli Partiti, i Parlamentari devono andare in pensione con le modalità previste dalla Fornero. Perchè non dovrebbero? E’ un’attività non usurante? sono superuomini e/o unti dal Signore? Sono unici, indispensabili e insostituibili? il Paese non può fare a meno di loro altrimenti rischia il tracollo? In Parlamento non si va per gestire l’oggi, l’ordinario ma per scrivere il futuro quindi, soprattutto in questa era di mutazioni rapidissime, non è forse giusto che a decidere del futuro siano quelli che in quel futuro vivranno?

Pensione: così come per gli altri lavoratori, deve essere calcolata con il sistema contributivo sulle somme realmente versate sulla base imponibile. Pensione da corrispondersi, così come per gli altri lavoratori, al momento in cui matura il diritto al pensionamento. Vitalizi al di fuori di questa norma sono illegittimi così come lo è la prassi, fin qui adottata, di percepirli subito dopo la conclusione della/e legislatura/e.

Rimborso spese, anche questo istituto deve uniformarsi a quanto previsto in altri CCNL, essi devono essere parametrati al singolo giorno ed erogati sulla base dei giorni di effettiva partecipazione ai lavori parlamentari. E’ veramente assurdo il trattamento di miglior favore fin qui goduto del rimborso forfettizzato su base mensile e disgiunto dalla reale attività svolta.

Responsabilità: siamo all’assurdo, i Parlamentari non hanno nessuna responsabilità delle loro azioni. Magistrati, Dottori, Imprenditori hanno la responsabilità civile delle loro azioni e pagano in solido i danni causati. Professionisti, Imprenditori, Cittadini che stipulano un qualsiasi Contratto di fornitura e servizi con la Pubblica Amm.ne devono rilasciare congrua cauzione e/o fidejussione a garanzia della puntuale e perfetta esecuzione contrattuale, ecc…

I Parlamentari no, essi non rispondono degli eventuali guasti provocati, non devono dare nessuna garanzia nessuna fidejussione, al contrario, hanno codificato l’immunità.

Possono permettersi di fare proposte irrealizzabili o che potrebbero provocare disastri se realizzate senza alcun problema e conseguenza. Stiamo assistendo anche in questi giorni al festival di proposte elettorali inapplicabili e/o indecenti!! Nessun altro cittadino, nella propria attività, può permetterselo perchè loro si? Per loro non dovrebbe trovare applicazione il reato di falso finalizzato a procacciarsi consenso elettorale?

Abbiamo un debito pubblico pazzesco, per non parlare dell’evasione fiscale, una macchina pubblica e servizi che non funzionano, sprechi a go’ go’, spesa pubblica fuori controllo. Una economia debole che penalizza ed indebolisce il Paese e pesa sui suoi Cittadini. Nessuna conseguenza per chi lo ha causato anzi per premio un vitalizio!!!!!!!!! Per gli altri non funziona così: gli incentivi, i premi (una tantum o per sempre) sono legati ai risultati così come,in contrapposizione, si ha che i danni si pagano, fino anche alla perdita della carica.

La regola di prestare garanzie reali dovrebbe essere generale e valere per tutti quelli che, in qualsiasi forma, prestano opera e/o servizi allo Stato. Detta norma, con l’obbligo di dare congrua cauzione e/o fidejussione, eviterebbe -tra l’altro- proposte campate in aria se non addirittura dannose. Lunga è la lista delle proposte false, strumentali e dannose del passato che oggi gravano tutte sulle spalle dei Cittadini e chi le ha fatte ha, o ha avuto, comunque il diritto di ricandidarsi!!!!!!!!!!!!!

– Scadenziario attività. Tutti i Cittadini hanno la loro esistenza, sul lavoro e non, regolata da norme e procedure cadenzate in ogni minimo dettaglio. Nel Parlamento no, tutto è affidato ad un atto di volontà, ad una eventuale azione lobbistica!!!!!!! Nel referendum del dicembre 2015, tra le norme proposte e quindi rigettate c’era anche quella relativa a dare tempi certi ai lavori parlamentari. Senza entrare nel merito dell’esito del referendum quello che fa specie non è tanto il fatto che i Partiti del NO hanno rigettato la proposta ma le motivazioni del rifiuto: “è una norma inutile, molte volte è capitato che quando una Legge interessa viene approvata in breve tempo”!!!!!!! L’Organo preposto a fare le Leggi, a dare le Regole a tutti noi non vuole che i suoi lavori siano regolamentati ! abbiano tempi e scadenze certe!!!! In un Paese pieno di obblighi loro voglio operare sulla base di un atto di buona volontà!!!!! No Illustrissimi, ogni iter deve essere normato nei modi e nei tempi, vanno date sempre risposte ai bisogni del Paese ed in tempi certi e codificati, basta discussioni pretestuose e strumentali. A volte risultati e norme parziali e/o imperfette servono comunque al Paese, sono sempre meglio che stare al palo.

Quanto sopra detto, ancorché sommario e non esaustivo, vale per tutte le cariche elettive e per quelle attività di alto livello e profilo per le quali, nel corso degli anni, sono stati dati benefici ingiustificati e ingiustificabili.

Questa è solo una prima misura da adottare, da sola non basta per ridare forza e respiro al Paese.

Ci sono altri due capitoli, tra i molti da cambiare, rivedere, migliorare sui quali è necessario operare radicalmente e con urgenza, sono ugualmente fondanti e sostanziali per la vita del Paese: il Lavoro e la criminalità. Su di essi e per essi i Partiti restano troppo nel vago, nulla si dice di specifico, concreto e attuabile in tempi brevi.

Si limitano, spesso, a dichiarare che verrà posto un interesse particolare sull’argomento ma non si entra nel merito delle proposte, non si indicano le misure specifiche, i risultati che in connessione biunivoca dette misure andranno a generare, siamo in sostanza alla lista della spesa.

Il Lavoro merita un lungo discorso e va trattato in modo specifico, sulla criminalità invece alcune riflessioni si possono e devono essere fatte subito.

Le mafie crescono, si moltiplicano ; la Legge Antimafia ha dato vita ad una lotta senza quartiere alla criminalità raggiungendo notevoli successi, ha permesso di catturare di volta in volta i suoi capi non riuscendo però a decapitarla del tutto. La lotta non è ancora finita, i vertici si rigenerano. E’ necessario domandarsi il perché e come porvi rimedio.

La traccia è già indicata il teorema è stato già stato scritto e dimostrato.

Questo Paese, spesso, non fa tesoro del passato, non lo ricorda e non ne trae utili insegnamenti. In materia Giovanni Falcone docet, bisogna perseguire e completare la sua opera, affermò che per stanare e colpire la mafia bisognava seguire il denaro. Ebbene il centro del problema è il solito, “il denaro”, sia nelle attività criminose che in aspetti della vita pubblica quali appalti, concessioni ecc. Lì dove c’è “denaro” si annidano i cagli del crimine finanziario e non. E lì che bisogna colpire duramente il malaffare in tutte le sue forme e sfaccettature, è troppo diffuso, c’è troppa commistione tra i poteri.

Pertanto così come a suo tempo per le mafie, oggi sono necessarie Leggi speciali contro la frode, la corruzione, la collusione, la concussione, ecc…

Devono essere ridefiniti i reati, riviste le procedure di indagine e coercitive, rimodulate le pene inserendo, su queste ultime, un principio di gradualità, o per meglio dire di aggravante, strettamente connessa al più o meno grado di coinvolgimento dell’indagato nella gestione della “res publica”, diverso è il peso, diverso è il danno che ne deriva. Ad esempio prendiamo la mancata denuncia, ha valenza ed effetti diversi se perpetrata da un cittadino qualsiasi, da un impiegato pubblico, da un dirigente o da un Ass-Sindaco-Parlamentare-ecc..

Se non si inizia questo percorso sarà duro, se non impossibile, ridare ordine e legalità al Paese.Renderlo vivibile ai i suoi abitanti, far si che siano soddisfatti ed emotivamente coinvolti al suo miglioramento.Renderlo attraente ed appetibile per turisti e capitali, migliorarne la qualità della vita a tutti i livelli, abbassarne il grado di litigiosità e polemica.

Far si che il DIRITTO e la CULTURA tornino a star bene nella loro “culla”.

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