Il focus del programma politico del nuovo raggruppamento LeU è sostanzialmente racchiuso in: “il PD non propone cose di sinistra, vogliamo dare una casa a tutti quelli che sentono bisogno di proposte di sinistra compreso quelli che sono andati nel M5S”.

Sarebbe bene che sostanziassero queste affermazioni, dovrebbero spiegare cosa vuol dire oggi essere di sinistra, quali sono proposte di sinistra e quali non . Ad es. il reddito di cittadinanza del M5S è di sinistra? La proposta di Salvini e C. di abolire la Legge Fornero è di sinistra? Le proposte in materia fiscale del centro destra e del M5S sono di sinistra? L’abolizione del jobs act proposto anche dalla Lega è di sinistra? la parola sinistra si coniuga ancore con la parola progressista?

In un Mondo totalmente nuovo rispetto a soli 30/40 anni fa, è inutile fare riferimento ai tempi di tempi di Marx sono passate alcune “ere geologiche”,  dovrebbe essere ridefinito cosa vuol dire essere di SINISTRA. E’ cambiato il quadro demografico, soprattutto nei paesi occidentali, è cambiata la classificazione e distinzione delle classi sociali,sono cambiati i meccanismi alla produzione, è cambiato il rapporto tra economia e finanza con questa ultima che ha preso il sopravvento al punto che oggi è in grado di produrre ricchezza “motu proprio”. E questi sono solo alcuni aspetti del cambiamento del sistema economico. Vogliamo aggiungere anche i cambiamenti di costume? dei valori etici, morali, deontologici ecc.. che ci guidano nel vivere quotidiano?

E’ possibile, in questo quadro, avere posizioni nette e certe di sinistra? In questa intersecazione e sovrapposizione pazzesca di interessi comuni tra classi diverse, di maggioranze variabili con distinti gruppi corporativi che si compongono e convergono in alternanza continua sui  temi più svariati e distanti tra loro è ancora possibile tagliare con l’accetta le posizioni da sinistra? Non è forse il caso di avere la capacità di vedere, in qualsiasi argomento, qual’è la scelta migliore per la maggioranza delle persone coinvolte? Non è forse di sinistra operare nell’interesse del bene comune e in quell’ambito avere la giusta e doverosa attenzione per i più deboli?

Nel concreto le cose distintive con il PD quali sono? Quelle enunciate ed indicate sono irrisorie e strumentali.

Il jobs act ad esempio? Ma questa riforma non è forse nata per correggere gli abusi del lavoro interinale e della successiva introduzione dei voucher?

Il lavoro interinale non fu introdotto da Treu Ministro di un governo di centro sinistra di cui faceva parte l’On. D’Alema a quel tempo anche Segretario del Partito?

Allora!? Si ma l’art. 18!!! su via!E’ preferibile la tutela di un lavoro che non c’è o non invece garantire e tutelare il lavoro? Il capitalismo nazionale non è più in grado di sostenere gli investimenti necessari al rilancio del Paese, come si intende attrarre il capitale estero? E poi diciamolo, questo articolo 18 è stato spesso mal gestito e male utilizzato dai sindacati. A volte, per non dire spesso, hanno difeso l’indifendibile generando presso gli altri lavoratori una disaffezione al dovere ed una caduta di produttività dannosa alle imprese.

Altre proposte del programma? Poco distintive e ancor meno efficaci o in grado di dare una scossa al Paese, una iniezione di fiducia, un slancio che permetta di tenere il passo  con le sfide sempre nuove, sempre più velocemente nuove che ci attendono.

Ai più la lista LeU è sembrata una scelta puramente conservativa del proprio status. Scelta che fa affidamento più che sulla proposta politica sulla fedeltà delle forti e buone relazioni interpersonali consolidate negli anni. La Storia si è ripetuta. Bertinotti, Cofferati ecc… non hanno insegnato nulla.
Se invece la scelta di fare una nuova formazione a sinistra è nata espressamente dal desiderio di contribuire al pieno sviluppo della DEMOCRAZIA  favorendone l’alternanza allora “chapeau”, è un fine nobile e lodevole.

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